La polisonnografia è un esame per monitorare il sonno di pazienti e che registra nel corso della notte una serie di parametri elettroencefalografici, cardiaci e respiratori. É un test affidabile, non invasivo e del tutto indolore.
Si collocano alcuni sensori sul torace del paziente, un saturimetro sul dito e una naso-cannula alle narici del naso. Gli indicatori sono collegati ad un polisonnigrafo che colleziona i dati nel corso della notte. Tra questi la saturazione dell’ossigeno nel sangue, i movimenti respiratori, il flusso nasale, ecc. L’apparecchio conclude l’analisi e va rimosso al risveglio del paziente.
L’interpretazione finale spetta al medico per stabilire di quale disturbo si tratta e valutarne la gravità. Tra i più comuni che si riscontrano ci sono la sindrome delle apnee ostruttive, la broncopatia (russamento), l’insufficienza respiratoria e la sindrome delle gambe senza riposo.
Il vantaggio dell’esame è la possibilità di eseguirlo a casa, in modo che le abitudini del paziente non siano alterate e che si possa eseguire in autonomia.
La preparazione alla polisonnografia non prevede particolari accorgimenti e il paziente non è costretto a sospendere eventuali terapie in atto.
Tuttavia il consumo di bevande alcoliche o contenenti caffeina, soprattutto il pomeriggio e la sera prima del test, possono influire negativamente sul sonno.
È opportuno sottoporsi a questo test nel caso in cui il medico sospetti che il paziente sia affetto da: sindrome delle apnee notturne; narcolessia, cioè un’eccessiva sonnolenza diurna; insonnia cronica; disturbi del movimento correlati al sonno; disturbi del comportamento durante la fase REM; russamento eccessivo; parasonnie; epilessia notturna.